Blender, laboratorio 3D con la scuola IIS Volta di Sassuolo

Tra ottobre e dicembre 2016, l’Associazione Lumen ha portato alla scuola IIS Volta di Sassuolo un laboratorio pratico di Blender, software open source per la modellazione 3D. Capace di competere con molti software commerciali, è utilizzato in diversi settori: cinema, grafica, architettura, design, making, videogames.

Abbiamo fatto alcune domande al professor Giampaolo Cuoghi, al docente designer Alessandro Zomparelli e a uno studente dei 6o partecipanti (i ragazzi lavorano in contemporanea in due aule informatiche connesse, una delle due è in videoproiezione simultanea).

Professor Cuoghi, Blender è uno strumento molto dinamico, dalle molteplici potenzialità: perché è utile a dei ragazzi che si stanno per affacciare al mondo del lavoro?

Il corso è rivolto a studenti del quarto anno dell’indirizzo ‘Informatica e Telecomunicazioni’: assieme ai docenti di tale indirizzo riteniamo fondamentale, per il baglio culturale dei nostri futuri diplomati, la conoscenza di software e linguaggi di programmazione orientati al 3D. Blender è molto diffuso, in vari ambiti laborativi e hobbistici, inoltre gratuito, opensource e programmabile in linguaggio Python: caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto per i nostri studenti e futuri diplomati. Anche i feedback che riceviamo dalle aziende informatiche, con cui collaboriamo attraverso stage, ci confermano ormai l’imprescindibilità della conoscenza di strumenti 3D, per chi è intenzionato a lavorare nell’ambito informatico.

Alessandro, come utilizzi Blender dal punto di vista professionale? Quali sono le esperienze che ti piace ricordare di applicazione dello strumento?

Ho iniziato ad utilizzare Blender come strumento per il rendering architettonico. Affascinato dalla rapida crescita e dall’attiva community dietro a questo software open source ho quindi iniziato ad utilizzarlo anche come vero e proprio strumento di progettazione. La rapidità di creazione di geometrie anche molto articolate è importante per un progettista, in quanto consente di esplorare molteplici soluzioni formali direttamente nell’ambiente 3D.

Le esperienze più interessanti di utilizzo di questo strumento sono principalmente due, entrambe connesse alla sua natura opensource.  Da un lato lo sviluppo di Tissue, add-on realizzata da me che consente la modellazione di geometrie estremamente complesse utilizzate soprattutto nell’ambito del computational design e della stampa 3D. Iniziato con poche righe di Python sta lentamente crescendo grazie soprattutto ai feedback e all’incoraggiamento della community.

Un altro progetto in cui sono stato coinvolto prevedeva invece la realizzazione di dispositivi medicali per bambini disabili da realizzarsi tramite la stampa 3D. Data la natura open di Blender, ho deciso di partire proprio da questo software per poi personalizzarne l’interfaccia ed introdurre comandi specifici al fine di consentirne l’utilizzo al personale medico. Non vedevo ragione di sviluppare un ambiente da zero, visto che Blender raccoglie già innumerevoli funzioni utili sia per la modellazione che per la visualizzazione.

Prof. Cuoghi, il laboratorio è frutto di un percorso, appena iniziato, con l’Associazione Lumen, nata dalla community del FabLab e del Coworking di Casa Corsini: cosa vedi nella connessione FabLab-Scuola? Quali i valori aggiunti?

La collaborazione tra il FabLab e l’indirizzo informatico del Volta apre diverse prospettive: la prima è sicuramente l’utilizzo di Blender, da parte degli studenti, per la produzione di prototipi, stampati poi 3D al Fablab. Riteniamo inoltre che una parte degli alunni più motivati possa entrare a far parte della community, dove formarsi e dare il proprio contributo nell’ambito della prototipazione, programmazione e stampa 3D. Gli studenti potranno poi riportare a scuola le conoscenze acquisite, rinforzando quindi questa importante sinergia.

Serena, come studentessa, che cosa ti ha colpito di più di Blender? Come pensi di utilizzarlo, hai qualche progetto in mente?

Quello che mi ha colpito maggiormente del corso Blender è stata l’immediata comprensione del software, nonostante l’ambiente di sviluppo fosse abbastanza articolato, grazie alle chiare ed efficaci spiegazioni forniteci dal docente designer Alessandro Zomparelli.

Un’altra peculiarità riguarda la molteplicità delle funzioni  del programma in quanto permette di realizzare un’ampia gamma di progetti: dal più semplice al più complesso,  creando rappresentazioni realistiche e che potrebbero servire concretamente.

In un futuro potrei anche lavorare nell’ambito grafico e, magari, utilizzare questa applicazione per implementare oggetti innovativi e utili per la società mettendo in pratica e migliorando le conoscenze apprese in questo corso.

Vi aspettiamo a Casa Corsini!